Il nome di Coco Chanel, pseudonimo di Gabrielle Bonheur Chanel, è associato all’innovazione e all’eleganza senza tempo. Capi d’abbigliamento, quali i pantaloni da cavallerizza, la maglia Breton, il tubino nero e il tailleur in tweed, o accessori, come le scarpe bicolore, la borsetta 2.55 e il celebre profumo Chanel n. 5, sono sue creazioni.
Una vita, la sua, costellata di successi e conquiste nel mondo della moda, che ha inizio da un’infanzia tutt’altro che semplice.
“Se sei nato senza ali, non fare nulla per impedirgli di crescere”
Nata a Saumur, in Francia, il 19 agosto 1883, la sua infanzia non fu delle più felici. Dopo la morte della madre, Jeanne DeVolle, e l’abbandono da parte del padre, Henri-Albert Chanel, venne affidata alle suore del Sacro Cuore, presso l’orfanotrofio di Aubazine, dove imparò a cucire. L’influenza della vita monacale, con la sua austerità e rigidità, si vedrà nelle sue future collezioni di moda, in particolare nell’amore per il bianco e il nero oltre che per le linee semplici e sobrie.
“Per essere insostituibili bisogna essere diversi”
Terminato il periodo presso le suore, all’età di 18 anni si trasferì a Moulins, dove lavorò come commessa nella bottega di abbigliamento Maison Grampayre mentre, come secondo lavoro, faceva la cantante a La Rotonde, cafè frequentato soprattutto da militari. Pare che fu per via di una delle canzoni che cantava spesso, Qui qu’a vu Coco dans l’Trocadéro?, che le venne attribuito il soprannome di “Coco”. Al cafè conobbe Étienne de Balsan, un ufficiale di cavalleria, figlio di imprenditori tessili, che, diventato il suo amante, la invitò nel proprio castello a Royallieu. Finanziata dall’uomo, poté dare sfogo alla propria creatività, realizzando, a partire dal 1909, cappellini in paglia, che presto divennero richiestissimi. I suoi cappelli, il cui unico ornamento era costituito da fiori in raso o singole piume, si distinsero per la loro semplicità, differenziandosi da quelli in voga in quel periodo che, per via dell’ingombrante piumaggio, erano estremamente scomodi da portare.
“La semplicità è la nota fondamentale di ogni vera eleganza”
Inizia già da qui a delinearsi la filosofia che sta dietro alle creazioni della stilista: la ricerca della comodità senza mai rinunciare all’eleganza. Filo conduttore che contraddistingue la sua moda è senza alcun dubbio l’innovazione, con la quale spazzerà via i bustini e i corsetti ottocenteschi e le ingombranti impalcature per cappelli, tipici della Belle Époque, e la reinterpretazione di capi preesistenti, attingendo soprattutto al mondo maschile. Il tutto condito da grande sobrietà e classe.
Presso il castello dell’amante Balsan, Chanel conobbe Boy Capel, un esportatore di carbone proveniente da Newcastle, che fu il vero e unico amore della sua vita. Si trasferirono insieme a Parigi e fu grazie al supporto emotivo ed economico dell’uomo che Chanel poté aprire, nel 1910, la sua boutique “Chanel Modes” in Rue Cambon n. 21, dove, ben presto, alla vendita di cappellini affiancò quella dei primi capi di abbigliamento.
Gli affari andarono bene e nel 1913, Chanel, sempre finanziata da Capel, aprì una nuova boutique in Normandia, a Deauville, ricercata località balneare. Nella collezione di quell’anno figurò la maglia Breton, reinterpretazione che la stilista fece della cosiddetta chemise Breton. Si rifaceva a un maglione tipico dei pescatori del nord della Francia, in Bretagna, realizzato in lana locale. Nel 1858 quella lana venne scelta dalla Marina francese per le loro divise: 21 righe bianche, larghe 2 cm, e 21 righe blu, di 1 cm di ampiezza. Chanel adattò questo capo alla moda femminile e ben presto divenne molto amato dalle donne di tutto il mondo (Marilyn Monroe, Audrey Hepbur, per citarne alcune).
“Io non faccio la moda, io sono la moda”
Con lo scoppio della Prima guerra mondiale (1914-1918), il negozio di Deauville divenne punto di riferimento per le donne rimaste, che, in attesa dei mariti al fronte, si dedicano a opere di volontariato. Necessitavano di capi comodi e pratici, proprio quelli proposti da Chanel.
Il suo nome divenne conosciuto, le sue creazioni ricercate. Aprì così, nel 1915, la sua prima Maison di moda a Biarritz, sulla costa atlantica meridionale della Francia, al confine con la Spagna, paese con cui da quel momento intratterrà intense relazioni commerciali.
A partire dal 1916, un’altra importante innovazione legata al nome della stilista francese è l’utilizzo del jersey nel settore dell’abbigliamento. Si tratta di un pesante tessuto che, sul finire del XIX secolo, veniva impiegato principalmente dai pescatori dell’isola inglese di Jersey, da cui traeva il nome. Fu Chanel a rivoluzionarne l’uso e a farlo diventare un tratto distintivo, e di successo, della sua linea di moda con il completo gonna, pullover e cardigan nei colori del grigio, beige e blu scuro, oltre all’immancabile combinazione bianco e nero. La morbidezza che regalava ai capi e la sua comodità d’uso lo resero perfetto in un periodo in cui, a causa della guerra, gli altri tessuti erano di difficile reperibilità e le donne necessitavano di capi confortevoli, che garantissero libertà di movimento.
Tra il 1917 e il 1918 Chanel poté aprire la sua maison al n. 31 di rue Cambon a Parigi, e ampliare l’attività di Biarritz, con ben 5 laboratori e 300 impiegati. Ben presto affiancherà alla vendita di abbigliamento e cappelli, anche quella di accessori, gioielli e profumi, arrivando, nel 1924, a possedere 5 edifici di rue Cambon, dal n. 23 al 31.
“La felicità non è altro che il profumo del nostro animo”
In generale, quello degli anni venti, fu un periodo molto florido per Chanel: lanciò la moda del taglio corto; introdusse il tweed, un tessuto di lana fabbricato in Scozia e a esclusivo utilizzo maschile, che divenne protagonista indiscusso dei suoi tailleur; creò la petite robe noir, il tubino nero, un abito semplice ma di grande stile, che rendeva ciascuna donna uguale alle altre ed esprimeva bene la sua concezione della moda. Anche la creazione dell’inconfondibile fragranza Chanel N°5, ancora oggi ritenuta una delle migliori mai realizzate, avvenne in questo periodo. Nel 1924, inoltre, fu registrato il marchio e l’elegante logo con le due “C” contrapposte e intrecciate.
“L’eleganza non consiste nell’indossare un vestito nuovo”
Se dal punto di vista dell’abbigliamento Chanel nutriva una predilezione per le linee sobrie e semplici, lo stesso non si può dire per gli accessori. Assieme al conte conte Etienne de Beaumont e al duca Fulco di Verdura dedica alle creazioni di bigiotteria un intero atelier, dove le gemme preziose affiancate da quelle non preziose, davano vita ad accessori importanti ed estrosi, perfetti per arricchire e rendere unici gli abiti di Coco.
“Copiate pure le mie idee, ne avrò delle altre”
Dopo un periodo di ritiro causato dalla Seconda Guerra Mondiale, Chanel torna a calcare in grande stile le scene della moda nel ’54, all’età di 71 anni, con il lancio del tailleur in maglia, destinato a diventare tanto un popolare capo di abbigliamento anni ’60 quanto l’emblema del drammatico giorno dell’assassinio di John Fitzgerald Kennedy (22 novembre 1963), in cui la moglie del presidente, Jacqueline, indossava proprio un tailleur Chanel rosa in maglia.
A questo periodo risale poi la nascita della Chanel 2.55, il cui nome si rifà al mese e all’anno della sua creazione (febbraio 1955). La grande innovazione, rispetto alle pochette di quel periodo, fu la sua praticità d’uso. Infatti, la presenza dell’elegante catenella, consentiva alle donne di indossarla a spalla o a tracolla lasciando libere le mani. Fu un enorme successo e si guadagnerà il titolo di borsa più copiata al mondo. Per Coco, questo, non costituì mai un problema in quanto sosteneva che il fatto di essere imitati denotava grandezza.
“Non mi pento di nulla nella mia vita, eccetto di quello che non ho fatto”
Gabrielle Coco Chanel si spegne all’età di 87 anni, il 10 gennaio 1971, dopo aver lasciato un’impronta indelebile nel campo della moda, rivoluzionando il modo di vestire di milioni di donne grazie alla realizzazione di capi e accessori iconici e senza tempo.
La sua eredità venne portata avanti da Gaston Berthelot e Ramon Esparza, assistenti di Madame Chanel, passando poi, nell’’83 a Karl Lagerfeld, che è stato capace di portare avanti lo stile della maison senza tradire, mai, la visione di Coco.
Una lezione di vita di Chanel è senz’altro che:
“Si può essere splendidi a trent’anni, affascinanti a quarant’anni, e irresistibili per il resto della vita”
Cindy